Se Dio fosse una sfera?
Alano di Lilla (1125-1202) scriveva: “Dio è una sfera infinita, il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo”. Un concetto ripreso da Niccolò Cusano (1401-1464) e che ispirò Albert Einstein (1879-1955) nel formulare il suo modello di universo.
È affascinante come teologia, fisica ed astronomia si intersechino più e più volte, prendendo a prestito, l’una dall’altra, teorie che oserei definire profetiche. In realtà per Einstein l’universo è una sfera a quattro dimensioni: la quarta è il tempo. Non occorre ricorrere alla fantascienza (gli appassionati di Star Trek avranno già capito a che cosa sto alludendo) per introdurre il concetto di curvatura dello spazio. Se ne accorse sir Arthur Eddington, il quale, durante l’eclissi di sole del 29 maggio 1919 fotografò alcune stelle che… non si trovavano nella posizione in cui avrebbero dovuto essere. La spiegazione arrivò soltanto cento anni dopo, nel 2020, quando l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) condusse un esperimento denominato Aces (Atomic Clock Ensemble in Space) a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Si dimostrò così che la forza di gravità esercitata dal sole è in grado di “piegare”, di fatto, lo spazio-tempo, curvandolo leggermente: le stesse stelle osservate da Eddington, fotografate in un altro periodo dell’anno in cui il sole non si interponeva tra l’osservatore e gli astri, risultavano spostate, anche se di una quantità piccolissima, pari ad un millesimo del disco solare. Questa è la curvatura causata dalla massa del sole.
Alcuni astronomi stanno già utilizzando la nostra stella come “lente gravitazionale” per osservare pianeti al di fuori del sistema solare. Immaginiamo che cosa potrebbe accadere con qualcosa di molto più grande del sole, come una stella massiccia, oppure un buco nero: qualcosa di così denso capace di creare una intensa perturbazione gravitazionale può arrivare quasi a “lacerare” la struttura dello spazio-tempo.
Stiamo parlando dei wormhole, che, in pratica, potremmo considerare una sorta di tunnel chiamato ponte di Einstein-Rosen. Qualcosa di capace di farci viaggiare nello spazio e nel tempo o di spingerci oltre i confini dell’universo.
Ora torniamo a Dio. San Paolo scrive che Dio “ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché gli uomini cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (cfr Atti 17,26-28). Mi vien voglia di pensare che quegli squarci altro non siano che “finestre” attraverso le quali osservare Dio. Sorprendente vero?
Alessandro Ginotta